Non basta il dimezzamento dello stipendio come, giustamente, propone il M5S. Purtroppo non esiste in alcun programma di partito la soppressione dell'indennità di fine mandato e l'abolizione della doppia e tripla pensione. Un partito nuovo o vecchio che sia, con maggioranza qualificata, dovrebbe promettere e attivare, una volta al governo del Paese, nei primi 100 giorni, una legge che annullasse questi ed altri privilegi, con effetto retroattivo.
Lo Stato quando è in crisi economica promulga molte leggi, spesso retroattive, imponendo tasse e quant'altro, per prelevare soldi dalle tasche dei cittadini italiani: lavoratori, piccoli imprenditori, partita IVA e pensionati sono avvezzi e vittime, ad un tempo, degli effetti di questi provvedimenti capestro.
Non si capisce il motivo per cui un provvedimento vada bene per la maggioranza dei cittadini e non possa essere applicato per i politicanti super pagati, assenteisti e poco inclini al lavoro.
Non è assolutamente vero che una siffatta legge sia demagogica, populista e poco incisiva. Si potrebbero ricavare molte centinaia di migliaia, se non alcuni milioni di euro che ritornerebbero utili per finanziare alcuni servizi pubblici e/o dare un piccolo reddito alle famiglie indigenti, ai pensionati con reddito miserevole, ai giovani in cerca di occupazione e motivare gli scoraggiati.
In questo Paese ciò che non si fa e, i politici si rifiutano di accettare, è distribuire la ricchezza in modo più uniforme e diffuso.
Bisogna constatare che fino a quando saremo governati da questa classe di politici inetti, spesso corrotti, i problemi resteranno sempre irrisolti, poiché mai proporranno una legge che abolisca i loro privilegi.
Molti parlamentari non hanno mai svolto un lavoro; dopo il mandato politico devono cercarsi un'attività come tutti i normali cittadini e, quelli che lo avevano, possono riprendere la precedente occupazione.
La pensione va erogata e commisurata in funzione dell'impiego lavorativo precedente e agli anni di servizio effettivamente prestati.
La legge deve essere uguale per tutti, senza alcuna distinzione di genere, razza, reddito, impiego e strato sociale di appartenenza.
Le ideologie sono state dissolte, la destra e la sinistra sono la stessa cosa: Renzi e Berlusconi dettano i comandi ai peones parlamentari e si arrogano la presunzione di essere entrambi "deus ex machina". Questi due imbonitori di cianfrusaglie, sono due facce della stessa medaglia, pensano solo a fare i propri interessi.
Il primo ha avuto una carriera professionale impressionante nell'azienda di famiglia, si è fatto assumere con un contratto di lavoro da dirigente solo qualche giorno prima dell'investitura a presidente della provincia, in modo che gli venissero versati i contributi in funzione alla nuova e più onerosa mansione lavorativa. Ovviamente tutto è avvenuto nel rispetto delle leggi vigenti, ma restano seri dubbi sulla buona fede.
Il secondo è entrato in politica per proteggersi dai processi giudiziari pendenti per i suoi trascorsi gestionali e amministrativi poco chiari e, per tutelare le televisioni e i giornali di proprietà.
Purtroppo gli elettori si lasciano abbindolare dalle belle chiacchiere e dalla propaganda subliminale e ingannevole. Non è possibile che un cittadino di normale intelligenza possa continuare a riporre fiducia in soggetti simili e in politicanti che hanno prodotto un debito pubblico, un disastro economico e livelli di disoccupazione e di povertà enormi ed irreversibili.
Un Paese come il nostro con un immenso patrimonio artistico e culturale, unico al mondo, potrebbe garantire molti posti di lavoro qualificati a tante persone, nei musei e nei siti monumentali. Invece, da sempre, i politici parlano solo di aria fritta, ripetono la stessa filastrocca, promettono mari e monti in campagna elettorale, senza mai realizzare nulla.
La loro abilità consiste nel fare promesse da marinaio, togliere sempre più i servizi ai cittadini, aumentare le tasse, conferire incarichi pubblici, ben remunerati, ai loro amici, assegnare appalti alle imprese compiacenti e finanziare i propri partiti di appartenenza.
Questa classe di politicanti deve essere totalmente sradicata e sostituita: essa non è la soluzione, ma la causa dei problemi che affliggono il nostro Paese.
Chi intende svolgere l'attività politica deve farlo per un periodo di tempo limitato, con dignità, onestà, rigore, autorevolezza e altruismo, anteponendo gli interesse collettivi a quelli individuali.