I condannati in via definitiva rivendicano il diritto al vitalizio. Non mollano la presa, scendono in politica solo per interesse personale e per assicurarsi un sostanzioso vitalizio per aver prestato pochi anni di mal servizio. Dall'articolo de “Ilfattoquotidiano” del 3/10/2014 si può notare la presunzione e l'arroganza del consigliere regionale calabrese della margherita.
Certo, fino a quando gli italiani non si convincono che, l'attività politica deve essere svolta per un periodo transitorio di massimo 2 legislature, al termine del quale, chi si è prestato alla politica, riprende il lavoro precedente e va in pensione da normale cittadino italiano, dopo aver maturato i requisiti previsti dalle leggi vigenti.
Sarebbe assolutamente auspicabile eliminare e con effetto retroattivo:
- i vitalizi;
- la doppia e la tripla pensione;
- la doppia retribuzione;
- l'indennità di fine mandato parlamentare.
Il vecchio sistema politico è un organismo malato, dove metti il dito sgorga pus. Deve essere assolutamente sostituito con gente capace, onesta, libera da vincoli penali pendenti, con un casellario giudiziario eburneo e senza scheletri nell'armadio.
I cosiddetti nuovi politicanti non sono altro che la continuità del vecchio sistema, provengono dalla stessa scuola, la maggioranza dei quali non ha mai lavorato né ha mai cercato un lavoro.