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lunedì 23 febbraio 2015

Il governo delle grandi promesse, annunciate e disattese

Mi chiedo come possa un governo, non legittimato dagli elettori, fare con protervia e arroganza le controriforme mettendo alla berlina e al ludibrio pubblico una forza sindacale importante. Questo è un governo sfacciatamente conservatore, altro che di centro-sinistra. Sta attuando ciò che non è stato permesso a B., il programma della confindustria e della massoneria. Il job acts è un altro gioiello che abolisce l'articolo 18 a protezione dei lavoratori licenziati senza giusta causa. Renzi e il club dei fiorentini/toscani affermano che il job acts aumenta le offerte di lavoro e riduce la disoccupazione. Sicuramente aumenta il lavoro precario e temporaneo, non dà alcuna sicurezza lavorativa e impedisce ai giovani di maturare la pensione e di programmare il loro futuro: questo è un ulteriore regalo alle imprese, a cui sono costretti a subire i più deboli. Regalo che dovrebbe essere intollerabile da accettare e da digerire dai giovani. Ha fatto approvare dal senato, con la minaccia delle elezioni anticipate, l'Italicum che cambia radicalmente la funzione di palazzo Madama: i senatori pur di maturare il vitalizio hanno accettato il ruolo di tacchini sacrificali. Questa legge elettorale rappresenta la fine della rappresentanza politica, poiché non è più il cittadino che sceglie il proprio parlamentare, ma continuano ad essere i capi partito a selezionare i loro peones che votano al comando. Altro punto fondamentale è il finanziamento pubblico alla scuola pubblica statale e la messa in sicurezza degli edifici scolastici. Questo signore di primo ministro, promette finanziamenti, ma non versa un solo euro per migliorare l'edilizia scolastica e le condizioni economiche degli insegnanti. Pur avendo una moglie insegnante non sa o fa finta di non sapere, il che è ancora più grave, che la scuola pubblica statale si regge grazie al volontariato degli insegnanti, senza del quale la scuola sarebbe a pezzi. Purtroppo si osserva che Renzi è foriero di belle promesse, ma quasi tutte vengono disattese. Viene da domandarsi se gli italiani hanno la capacità e la predisposizione di accettare pedissequamente e/o con rassegnazione questi finti blasonati chiacchieroni palloni gonfiati, la cui unica forza è la menzogna. E' impensabile sperare che un nuovo partito metta nel proprio programma la realizzazione nei primi 100 giorni di governo:
  1. abolire il vitalizio dei parlamentari e dei consiglieri regionali in modo retroattivo;
  2. abolire l'indennità di fine mandato parlamentare;
  3. eliminare la doppia pensione/vitalizio;
  4. fissare per i parlamentari, non rieletti, che hanno raggiunto i requisiti per la pensione un unico vitalizio di € 3.000 mensile netto e una indennità di fine mandato pari a quella di un funzionario pubblico di 7 livello in funzione agli anni di servizio prestati;
  5. fissare il tetto massimo delle pensioni a € 5.000 mensile netto;
  6. dimezzare il compenso dei parlamentari;
  7. garantire un contributo statale di sostegno per i disoccupati, i licenziati, i non occupati e i senza reddito di € 700 mensile netto e, un tetto massimo di € 1.200 mensile netto per famiglia;
  8. ridurre per le imprese, per i piccoli proprietari e per le persone fisiche le tasse, in modo che tutti i contribuenti sentano l'obbligo anche morale di versare, in misura proporzionale al reddito, le tasse e i tributi allo Stato, al fine di migliorare i servizi pubblici fondamentali: istruzione, sanità e giustizia.
Molti benpensanti ritengono questi punti demagogici e populisti che non potranno essere attuati perché si intaccherebbero i diritti acquisiti. Questa è una difesa stupida e, nel contempo, labile, poiché sono stati eliminati tanti diritti acquisiti a tutti i lavoratori pubblici e privati che sarebbe superfluo enumerare. Il problema, in Italia, è che quando si cerca di colpire i più protetti si alzano le barricate e si invocano i principi inviolabili della democrazia, mentre quando applicano le leggi per raccogliere fondi per risanare il paese, decadono i diritti acquisiti dalla maggioranza della popolazione, i principi della democrazia e, non c'è verso che si possa fermare la macelleria sociale.