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mercoledì 2 novembre 2011

Bella idea far pagare la pizza ai politici € 100

Bisogna cambiare il nostro concetto rispetto all’attuale classe Politica
Non basta organizzarsi e concordare con alcuni, pochi commercianti, accordi per costringere gli onorevoli (di nome) a sborsare € 100 per una pizza. Cento euro rispetto a quello che percepiscono è una quisquilia e, non è detto che questi volponi vadano in quella/e pizzeria/e a mangiare. Certo è un gesto molto bello, simbolico, dimostrativo ed interessante. Vuol dire che qualcosa si sta muovendo nella società, ormai atrofizzata mentalmente alle regole del sistema, anche a causa della maggioranza dei mass-media, pubblici e privati, monopolizzati da un certo imprenditore, molto discutibile.
Non possiamo più permetterci di mantenere nel lussuoso benessere una classe di persone inette e per niente rispettose:
1. dei lavoratori;
2. dei giovani disoccupati;
3. dei cassintegrati;
4. degli scoraggiati, per lo più giovani;
5. delle persone adulte estromesse dal mondo del lavoro perché considerate troppo vecchie;
6. dei giovani, spesso laureati con master e specializzazioni varie, costretti ad espatriare per un impiego.
Uno classe politica che non è in grado di soddisfare alcune piccole, ma grandi richieste, è assolutamente da bandire e da mandare a casa. Non è degna di rappresentarci e, certo non ci fa onore all’estero. Lo stupore dei cittadini stranieri è grande, la domanda ricorrente è come fate, voi italiani, a sostenere i vostri politici. È una domanda a cui è difficile dare una risposta convincente ed esaustiva.
Un laureato in Italia, studia dai 16 ai 25 anni, con notevoli sacrifici e dispendi di risorse economiche per le famiglie e per lo Stato. Costretto ad andare all’estero e a staccarsi dai propri affetti per un impiego di lavoro; è una cosa aberrante che dovrebbe indignare qualsiasi cittadino di buon senso, poiché sono energie e idee utilizzare altrove che, certo non fa onore ad uno Stato democratico. È un regalo che non possiamo permetterci di fare agli USA, alla Francia, alla Germania, ecc. ecc. Noi italiani siamo strozzati dalle tasse per vedere i nostri figli, fratelli e amici lavorare all’estero, senza che queste Nazioni abbiano fatto alcun investimento sulle menti più brillanti del nostro Paese. Questa è una cosa intollerabile, insopportabile e assolutamente da contrastare con tutte le forze.
Come si fa ad uscire da questo tunnel buio, dove nulla sembra ciò che è, tutto è capovolto, anche le cose più semplici e normali sembrano incomprensibili.
Politici che si impegnano tantissimo nel risolvere i propri interessi e quelli dei familiari; persone senza istruzione che occupano posti di prestigio, ben remunerate, perché appartenenti ad un partito o vicino alla corrente o parente di un politico. Di questi esempi in Italia ne abbiamo a iosa e non c’è bisogno di segnalare qualche soggetto: non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere.
La crisi che sta attanagliando il nostro Paese viene fatta pagare sempre ai soliti noti: lavoratori dipendenti, pensionati, disoccupati. Sì anche i disoccupati, poiché in questa cattiva congiuntura economica essi hanno sempre meno possibilità di conseguire un posto di lavoro, peraltro assai precario e poco remunerato.
Invece di combattere la vergognosa evasione fiscale con leggi appropriate, i politici quando si presentano nei talk-show e nei dibattiti radiotelevisivi si guardano bene dal citare questa cattiva prassi, applicata da una consistente minoranza parassitaria della popolazione.
Con i denari che si potrebbero riscuotere dalla lotta a questo disonesto fenomeno, della evasione fiscale, si potrebbero creare molti posti di lavoro, avere una scuola più efficiente, potenziare gli ospedali pubblici statali con attrezzature più moderne e supportare e favorire una giustizia più efficiente e rapida.
Quando si paralizzano questi pilastri della società, chi rappresenta e governa le Istituzioni dello Stato non merita alcuna benevola considerazione ma solo forte biasimo.
Per superare questi gravi problemi è necessario abolire la figura dell’uomo politico di professione, fare in modo che una persona sia candidabile sino ad un’età inferiore ai 55 anni, che sia eletto solo per due mandati parlamentari, terminati i quali riprende la propria attività professionale lasciata, in precedenza, temporaneamente e, vada in pensione dopo aver maturato, come per tutti i cittadini italiani, i requisiti previsti dalle leggi vigenti. Inoltre sarebbe auspicabile l’obbligo del solo esercizio della funzione di parlamentare.
La legge bisogna renderla uguale per tutti, senza alcuna eccezione.
Fissiamo bene questo concetto nella nostra mente e diffondiamolo nei posti di lavoro, con gli amici, in famiglia, in tutti gli ambienti dove è possibile divulgare questa idea. È un modello di vita che deve essere imposto a tutti coloro che decidono di intraprendere la temporanea esperienza politica. Siamo noi, cittadini, che dobbiamo dettare le regole e i politici devono assolutamente attenersi a questi sacrosanti principi. Solo così una persona che ha avuto un’esperienze parlamentare potrà rendersi conto della differenza che passa tra un politico e un lavoratore normale: bisogna rendere i parlamentari più umani.
Purtroppo non esiste un partito o un movimento politico che abbia nel proprio programma o statuto queste finalità; ciò che si può trovare nei regolamenti è qualche piccolo palliativo molto edulcorato e mai applicato.
Anche i giovani che militano in questi gruppi fanno politica con l’obiettivo di arrivare nei consigli comunale, provinciale, regionale oppure occupare uno scranno in Parlamento. Questa è la loro vera aspirazione. Basta osservare gli ultimi avvenimenti, soggetti che lottano per il potere, per il cadreghino e per la prebenda non certo per migliorare le sorti del proprio Paese e quelle delle persone meno protette da questo sistema barbaro e assolutamente iniquo.
firma la petizione per abolire la pensione baby dei parlamentari con effetto retroattivo.

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